Francesca Pisano_Scheletri Urbani
Questo progetto di ricerca nasce nel 2011, indagando su diversi ideal-tipo di luoghi abbandonati presenti sul territorio napoletano, che saranno qui designati come scheletri urbani.
La scelta di questa analogia con lo scheletro trova la sua ragion d’essere nell’immediatezza con cui questo concetto rimanda a quello di struttura: lo scheletro degli uomini, come quello degli animali o degli edifici, è la struttura di sostegno e di protezione al resto del corpo. Inoltre, lo scheletro non è visibile all’occhio umano.
Questi edifici urbani ridotti all’osso, alla loro parte scheletrica, testimoniano uno sventramento della città, una mancanza, sono “cadaveri” di un territorio urbano dilaniato.
Sono edifici morti nell’abbandono e nel degrado, proprio come un corpo umano senza vita.
Si affacciano sul nostro paesaggio i mostri di cemento che sembrano non soffrire né il freddo né il caldo. Immobili e fermi impongono la loro presenza. Monumenti del paradosso dell’uomo post-moderno, essi sono il riflesso del degrado interiore di una società in continua corsa che, per eccesso di spazio e di tempo, non riesce più a fermarsi.
Sono le carcasse ereditate dalle grandi rivoluzioni industriali, il risultato dei processi di razionalizzazione e secolarizzazione, progettati in base al principio dell’utilità della macchina e dell’efficienza. Ad oggi le nostre città sono sempre più affette da un horror-vacui di edifici enormi in disuso, luoghi di oblio che sventrano il paesaggio, divengono atemporali e privi di senso. Spogliati della loro funzione originaria simboleggiano un ricordo per chi le ha vissuti, ma non hanno storia per chi li guarda senza sapere cosa fossero stati prima.