Questo corpus fotografico si è autogenerato, non è stato creato, nasce dalla mia stupefazione dinanzi alla natura, alle sue volute plastiche, le sue cromature intrise più, o meno, di luce, le sue metamorfosi e dunque alla capacità di assumere forme espressive degli intimi moti dell’animo umano, forse perché l’animo della natura è consimile al suddetto e pertanto la conformazione delle lunghe spine d’un albero aggettanti al cielo sono sua, propria, particolare emozione che possiamo avvertire e patire.
Quando la delicatezza di una forma si svela e io la vedo – vedo e non guardo, perché è essa attiva e io passiva – accade che io indugi, mi arresti e che la fotografi, qualora che le sieda accanto per molto o che per molto la respiri. Così, nel tempo, ho scoperto di aver collezionato qualcosa, qualcosa da poter mostrare.
Il tema si è quindi svolto da solo, sotto mia inebriazione e senza un’intenzione di ricerca.
Il riflesso della Bellezza iperurania è né celato né palese, semplicemente posa, dono per chi lo vede quanto per chi non vi bada, e anche in questo c’è molta della sua bellezza.
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