Nel 1994, quasi contemporaneamente all’occupazione del terzo piano della facoltà di architettura, venne allestita una camera oscura che permetteva ai soli studenti di sviluppare e stampare i propri scatti legati alle attività didattiche; il laboratorio affiancava le inchieste del TerzoPianoAutogestito contribuendo con materiale fotografico.
Dalla nascita ad oggi, senza modificare le sue dinamiche di autogestione, il laboratorio ha ampliato la sua visione di collettivo, lavorando come costola del TPA affinacandolo nei suoi progetti.
La volontà di far rimanere vivo l’interesse per la fotografia analogica è espressa dai vari progetti dei
quali l’arkfotolab s’è fatto promotore. Primo e più rappresentativo tra tutti, la smorfia. Edita per la prima volta nel 2005, interamente realizzata in analogico, è una collettiva fotografica di indagine sociale basata sui 90 numeri della cabala napoletana aperta a tutti, che ogni anno si ripropone aggiornandosi e accorpando, ad oggi, anche il digitale.
Nel 2010 con RadioLina, viene autoprodotto l’album pianosequenza con supporto grafico a cura del TPA/Arkfotolab.
Negli anni successivi, con 10e+incontri di fotografia con maestri della fotografia e lezioni teorico pratiche di camera oscura e con la volontà di trasmettere le conoscenze si sono susseguiti vari progetti come incontri a luci rosse in collaborazione con lo SKAtto (laboratorio di c.o. dello SKA).
Ogni anno la voglia di ricercare nuovi e più attuali scorci di realtà si rinnova con le edizioni della Smorfia, e con progetti come Flag In e Still Suite per osservare gli spaccati di ciò che ci circonda con gli occhi di chi la fotografia la pratica e con la voglia di confrontarsi e partecipare ad attività legate all’autogestione del processo creativo.
Ad oggi la camera oscura oltre ad essere quotidianamente aperta a tutti i “tecnici”, organizza incontri settimanali teorico-pratici per novizi, al fine di trasmettere la conoscenza e condividere spazi ed ideologie.
Partecipa lotta scatta!